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Excursus storico
(del parrroco D. RENATO BOLLETTA)

Il nome di Castelvecchio deriva dalla sua vecchia Rocca o Castello, più volte nei secoli restaurata e trasformata. La prima costruzione risale al secolo XII e fin dal 1290 si parla della Chiesa di Castelvecchio o "Castrovetulo" prima dedicata a S. Cristoforo e in seguito a S. Antonio da Padova.

Castelvecchio fu già dal 1000 un antico Feudo fino al 1398 sotto l'Abate di S. Lorenzo in Campo. L'Abate Ugone dei Conti di Montevechio volle dare l'ínvestitura di alcuni Castelli al suo nepote Guido, Conte di Míralbello, luogotenente di Carlo Malatesta; così nel 1428 Guido di Montevecchio prese possesso di Mondavio, Monte Porzio e anche Castelvecchio; nel 1431 successe Pietro di Cante Montevecchío; nel 1446 Sigismondo Malatesta, Signore di Rímíni. Castelvecchio passò poi nel 1463 ad Antonio Maria Piccolominí- nel 1464 a Giacomo Piccolomini; nel 1474 a Giovanni della Rovere; nel 1501 a Guidobaldo 1" Della Rovere; nel 1502 e nell'anno successivo vi dominò Cesare Borgia- nel 1508 passò a Francesco Maria I° Della Rovere; nel 1517 a Lorenzo dei Medici e poi di nuovo nel 1523 a Francesco M. I° Della Rovere; nel 1538 a Guidobaldo Il Della Rovere, nel 1574 a Francesco M. II° Della Rovere.

Castelvecchio e il suo feudo nel 1631 dipende direttamente dalla S. Sede che lo "appodia" a Mondolfo. Invece nel 1809 sotto il Regno Italico di Napoleone Bonaparte passa sotto il Comune di Monte Porzio; nel 1816 con il ritorno del Dominio Pontificio è di nuovo appodiato a Mondolfo; poi essendo scoppiata una ribellione autonomista nel 1827 Castelvecchio diviene Comune indipendente, ma nel 1862 con l'unità d'Italia passa definitivamente sotto il Comune di Monte Porzio dove l'adesione aperta nel plebiscito da parte dei Montevecchio premia il paese con la Sede Comunale e la Nobile famiglia con l'adozione del suo stemma gentilízio per Stemma del nuovo Comune (a differenza dei Principi Barberíni di Castelvecchio, ligi al regime Pontificio).

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Il Castello e le proprietà di Castelvecchio furono vendute da Vittoria Della Rovere il 7/VIII/1649 per una ingente somma ai Barberini nepoti di Papa Urbano VIII straordinariamente arricchiti a danno del Tesoro papale, i quali investirono di urgenza i loro denari poiché Papa Innocenzo X li chiamava alla resa dei conti; furono però difesi dal Card. Mazzarino Giulío creato Cardínale dal loro grande Zio.

La prima Chiesa di Castelvecchio risale al 1290. L'attuale Chiesa fu inaugurata nel 1825; più grande della vecchia "molto angusta e in stato rovinoso", di buono stile toscano, con 3 Altari. Il Parroco D. Luigi Montanari fu l'anima della nuova Chiesa e l'apostolo della devozione alla Madonna della Misericordia qui assai venerata in una bella tela donata dalla casa Barberini e solennemente incoronata a 7 maggio 1961 (dopo 150 anni di pubblica venerazione). La Chiesa possiede anche due grandi tele: "S. Antonio da Padova in preghiera" e "la gloria della Passione di Cristo" di un certo pregio artistico segnalate dalla sopraintendenza alla Galleria Nazionale delle Belle Arti di Urbino quali "oggetto d'arte". Sono pure assai pregevoli i tre lampadari, di vetro di Murano a colori, donati alla Chiesa nel 1914. Accanto alla Chiesa oltre la Casa colonica, rifatta nel 1930 sorge pure la Casa della Dottrina Cristiana con un vasto salone Parrocchiale, edificata come Circolo ricreativo nel 1910 e poi per molti anni divenuta Casa per le Suore "Serve di Gesù Cristo di Agrate Brianza". Sotto la Chiesa sono sorti due nuovi edifici: l'Oratorio Parrocchiale (ora adibito a Chiesa) con prato adiacente per gioco; la casa delle Suore con Asilo per i bambini della Parrocchia, il primo inaugurato il 9 agosto 1962, l'altra nel 1960.

Castelvecchío è attualmente un bel paesino a 10 Km. dal mare e a 100 metri di altitudine. La Parrocchia fa attualmente circa 1050 abitanti (una parte della campagna è passata il 21/XII/1960 alla nuova Parrocchia di Ponterio di Monterado). La maggior parte della popolazione abita in paese; quella rurale per la nuova sistemazione agricola è assai diminuita. Gli emigrati all'estero sono circa 70.

Vi prospera un buon artigianato (come la fabbrica delle serrande) e una discreta attività commerciale.


Testo tratto da: "Senigallia e la sua Diocesi STORIA - FEDE - ARTE" - Mons. Angelo Mencucci - Editrice Fortuna 1994


Castelvecchio
Pianta del centro storico
Excursus storico
Chiesa S.Antonio
La Madonna
Commedia dialettale