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Le
notizie sul castello sono piuttosto frammentarie, comunque, “Castelvecchio”
per la prima volta si riscontra in un documento dell’Aprile 1143
tra le carte di Fonte Avellana. Il sito è identico all’attuale.
Come castello si svilupperà più tardi, nei secoli XII-XIII.È
certo che, prima del 1400 era sotto la giurisdizione monastica
dei Benedettini di S. Lorenzo in Campo. Nel 1398 era abate di
S. Lorenzo in Campo Ugone Nucciolo dei Conti di Montevecchio.
Questi, nel 1428, investì di alcuni castelli, tra cui Castelvecchio,
suo nipote Guido da Montevecchio. Alla morte di quest’ultimo,
la reggenza di Castelvecchio passò a Pietro di Cante di Montevecchio
e poi ad altri eredi.
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Nel
settembre del 1462 Federico della Rovere, Duca di Urbino, mosse
guerra e sconfisse Sigismondo Malatesta, Signore di Rimini e di
Fano, che si era ribellato al pontefice Pio II e riuscì a prendere
possesso dei castelli di proprietà dei Montevecchio alleati con
i Malatesta. Su questi castelli regnerà Antonio Maria Piccolomini,
nipote del papa Pio II. Nel 1471, eletto papa Sisto IV (Francesco
della Rovere), Castelvecchio e tutto il vicariato di Mondavio
passarono sotto il governo di Giovanni della Rovere. |

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Castelvecchio
appartenne ai della Rovere fino al 7 agosto 1649, quando Vittoria,
figlia di Francesco Maria II della Rovere, dopo la morte del padre
e perduto il ducato, vendette il castello e le proprietà “per
un’ingente somma” ai Principi Barberini. |
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Questi
ultimi furono incolpati, dal papa Innocenzo X, di essersi straordinariamente
arricchiti ai danni del tesoro papale, ma il processo nei loro
confronti venne interrotto per interposizione del Re di Francia
Luigi XIII e di Giulio Mazarino, primo ministro di Francia che
venne nominato cardinale da Papa Urbano VIII (Matteo Barberini). |
Così
i nipoti di Urbano VIII poterono investire le loro fortune in
grosse proprietà come ville, castelli e terre. |
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Il
palazzo, in origine si presentava a pianta quadrangolare
con fossato, torri angolari poligonali, forti scarpature,
beccatelli e merlature, bocche da fuoco circolari, mentre
oggi ha un aspetto meno guerriero dopo la trasformazione
degli ultimi secoli, quando i Barberini ne hanno fatto il
fulcro dell'estesa proprietà agraria ed affiancarono al
castello un ampio magazzino. |
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A
tal proposito così scriveva il dott. Gaetano Torri nel 1733 nel
suo manoscritto “Memorie
antiche e notizie moderne di Mondolfo e Castelvecchio”:
“ …. Al presente detto Castello si rende celebre per il frequente
accesso dei Principi Barberini, che vi hanno un nobile palazzo,
con una quasi immensa Tenuta di Poderi 25, ove vi governano tante
genti, che potriano formare un notabile Squadrone: E per la raccolta
dè grani, ad altro a detta Casa Eccellentiss. Barberini fabbricato
in detto palazzo uno spazioso magazeno distinto in più ordini,
con scale tanto comode che sino al più alto Palco vi vanno agevolmente
Animali carichi; Opera alcerto degna d’esser veduta, e considerata
anche da Architetti di stima per loro Esemplare in simili Edifici
spettanti ad una provvida economia …”. |

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All'interno
il palazzo si compone di diverse parti. La residenza nobiliare
vera e propria si sviluppa su due piani, con numerose stanze,
talune con volte affrescate, e servizi organizzati intorno ai
cortili, il principale dei quali con cisterna, l'altro più ridotto.
Particolarmente interessante lo studio, dove si conservano numerosi
volumi e documenti di famiglia. Alle pareti due piante della proprietà:
una del 1696 l'altra indicante i confini, le varie colture, le
dimore rurali, i tiponimi, gli edifici più rappresentativi dell'ampio
territorio sul Cesano di pertinenza dei principi Barberini. Di
grande interesse anche l'archivio con i numerosi registri dell'amministrazione
agraria. |
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