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Ravenna - S. Apollinare in Classe, l’Abside.

Ravenna capoluogo di provincia dell'Emilia Romagna, è situata in pianura, a sud delle valli di Comacchio a 8 km dal mare Adriatico.

Il primo nucleo si deve a un insediamento degli umbri , sorto a scopi difensivi fra il mare, allora molto più vicino, e la laguna nell'entroterra. Nel I secolo a.C. divenne municipio romano; Augusto, quindi, fondò poco più a sud la grande base navale di Classe (Classis, in latino "flotta"), che contribuì anche allo sviluppo commerciale della città. Nonostante il progressivo interramento del porto e l'impaludamento della laguna, Ravenna fu eletta nuova capitale nel 402 dall'imperatore romano d'Occidente Onorio, mentre i visigoti già avevano iniziato l'invasione della penisola italica.

Dopo la deposizione di Romolo Augustolo, avvenuta proprio a Ravenna nel 476 per mano del capo germanico Odoacre, e dopo il regno di Teodorico (493-526), la città mantenne sotto i bizantini il ruolo prima di capitale della prefettura d'Italia, quindi del solo Esarcato, il quale fu dapprima conquistato nel 751 dai longobardi e quindi passò nel 756 ai franchi. La città fu allora retta dagli arcivescovi, anche se con molti contrasti con la Chiesa di Roma, quindi secondo ordinamenti comunali, poi dal 1302 al 1441 dalla famiglia dei Da Polenta, e infine dalla Repubblica di Venezia, il cui dominio terminò nel 1509, quando Ravenna venne ceduta definitivamente allo Stato della Chiesa. In questo lungo periodo, terminato nel 1859 con l'Unità d'Italia, la città e la regione circostante declinarono, nonostante gli importanti interventi di sistemazione idraulica del territorio, soggetto a inondazioni fino a far parte della donazione di Pipino al papa per il "Patrimonio di San Pietro".

Il centro storico, nel quale si riconoscono, all'interno dei moderni viali di circonvallazione, l'area della città romana a vie ortogonali (fra il vertice sud-ovest e il Palazzo comunale), l'addizione tardo-romana avvenuta a partire dal 402 (in particolare nell'area a nord della via Cavour) e quella ostrogota e bizantina (nella metà est), include quasi tutti i maggiori monumenti. Fra questi, sono tardo-romani il Battistero Neoniano e degli Ortodossi, del V secolo, rivestito di mosaici coevi; la Basilica di San Giovanni Evangelista, nella parte est del centro, voluta da Galla Placidia, sorella di Onorio, restaurata dopo i bombardamenti aerei del 1944; il piccolo Mausoleo di Galla Placidia, con i mosaici più antichi di Ravenna. Del periodo ostrogoto-bizantino sono la chiesa di Sant'Apollinare Nuovo, eretta da Teodorico in forme basilicali, con campanile cilindrico del IX-X secolo e bellissimi mosaici; il singolare Mausoleo di Teodorico o Rotonda, costruito dopo il 520, con cupola in un solo blocco di roccia calcarea del diametro di circa 11 metri; la Chiesa di San Vitale, con pianta e cupola ottagonali, costruita fra il 528 e il 548, e dall'interno impreziosito da marmi e mosaici; la Basilica di Sant'Apollinare in Classe, costruita fra il 533 e il 536, con splendidi mosaici d'epoca bizantina (VI-VII secolo), e posta vicino all'area archeologica di Classe, dove sono visibili ruderi dell'antico porto.

Il Museo nazionale espone reperti romani e paleocristiani e opere di arti minori; il Museo arcivescovile conserva, fra l'altro, la nota cattedra di Massimiano, del VI secolo, in avorio; la Pinacoteca comunale, ospitata in un ex monastero caratterizzato da una bella Loggetta lombardesca del Cinquecento, possiede varie opere di scuola romagnola. Monumenti importanti sono inoltre il Duomo (1745), in stile barocco, con ambone del VI secolo; il Sepolcro settecentesco di Dante, morto esule a Ravenna nel 1321, mentre era ospite dei Da Polenta; e, al vertice nord-est della cinta muraria, di cui restano alcuni segmenti, la Rocca di Brancaleone, opera veneziana del 1457-1470, che dominava la città.