Santuario
del SS. Crocefisso
.......Sotto l'aspetto religioso, Monte Porzio
ha una notevole importanza, perchè da secoli vi si venera, nella Chiesa
Parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo, un antichissimo Crocifisso
assai miracoloso e che attrae, da ogni angolo della Provincia, un continuo
pellegrinaggio di anime fidenti e devote.
Senza raccogliere la troppa
consueta tradizione che dice essere questa taumaturga Immagine del SS.
Crocifisso opera dell'Evangelista San Luca, si può tuttavia affermare
che da tempi antichissimi è viva e profonda la devozione del popolo di
Monte Porzio e delle plaghe vicine verso questo augusto Simulacro del
Redentore.
Don Giovannii Cesari, già
Pievano-Parroco di Monte Porzio durante il lungo e fecondo periodo che
va dal giugno 1894 a tutto il 1920, ebbe a cuore le sorti di questo Santuario
ed in un precedente opuscolo lasciò scritto, a proposito delle origini
della devozione a questa Immagine del SS. Crocifisso, quanto segue :
" La taumaturga Immagine
è da questo popolo venerata ab immemorabili, come si rileva da memorie
esistenti nella Parrocchia e che rimontano a più di due secoli. Difatti,
nell'inventario redatto il 29 marzo 1715 dal Rev.do D. Benedetto Sampaoli,
Pievano di questa Parrocchia, parlandosi dell'altare del SS. Crocifisso
si dice: L'eretione del quale non si sa, solamente si nota che il medesimo
Crocifisso si riconosce per " antichissimo " di segnalata venerazione,
et assai miracoloso, massime in tempi calamitosi, come di Guerra, Peste,
Fame, ad petendam pluviam atque serenitatem, portandosi processionalmente.
Da questa testimonianza si
può benissimo arguire che la devozione a questo Simulacro risalga
almeno sino al 1588, epoca in cui cominciano i libri parrocchiali; ma
nulla si sa della sua origine e come abbia avuto principio questa devozione
". .....
...... Nell'anno 1852 l'allora
parroco D. Marco Gentiloni indìce un corso di Missioni, predicate da
tre valenti padri Cappuccini, ed al termine del quale i fedeli provvedono
al restauro della cappella ed alla costruzione di una nuova croce commemorativa.
Frattanto sopraggiungeva
l'anno 1855, gravido di sventure e di desolazioni, perchè il colera
infieriva un po' dovunque ed anche Monteteporzio ne era fortemente contaminata.
Specialmente durante la seconda metà di luglio, il morbo seminava stragi
fra gli infelici abitanti del castello ed allora, in quel momento terribile,
la popolazione si volse ad invocare l'aiuto divino.
Il Pievano Don Gradoni
incomincia un triduo di preghiere dinnanzi alla Immagine del SS.mo Crocifisso
per ottenere la liberazione dal tremendo ed invincibile flagello. E
difatti avvenne un nuovo prodigio, perchè non era ancora terminato il
triduo che il colera era scomparso come per incanto. Il popolo levò,
esultante, l'inno del trionfale ringraziamento e nel ventuno ottobre
dello stesso anno alla presenza di S. E. il Card. Lucciardi volle che
il Crocifisso miracoloso attraversasse processionalmente le vie del
paese, in mezzo a canti ed a preghiere di filiale riconoscenza.
Intanto il sogno della
fedele popolazione, di vedere, cioè, innalzata in onore del SS. Crocifisso
una devota cappella, distinta per lo stile e le decorazioni dalla Chiesa,
cominciava ad illuminarsi della dolce realtà.
Si giunse fino al 1883,
quando il pievano Don Antonio Gradoni, animosamente affiancato dall'opera
del sig. Gioacchino Pinzani e dall'unanime aiuto della popolazione,
potè innalzare l'elegante Cappella in semplice stile toscano. Nel settembre
di quello stesso anno, dopo una solennissima esposizione della Immagine
sull'altar maggiore e dopo una devota e memorabile processione, il SS.mo
Crocifisso venne collocato nel nuovo tempietto innalzato dalla pietà
dei fedeli. In tale occasione, il Simulacro stesso, perchè annerito
dai ceri e rovinato dai secoli, venne opportunamente restaurato dall'artista
bolognese Caetano Grandi.
Pellegrinaggi, manifestazioni
singole e collettive di amore e di devozione, si susseguirono durante
l'intero mese di settembre e da ogni angolo della Provincia e della
Diocesi fu un accorrere di popolo orante e festoso.
Cominciò da quest'epoca
l'offerta significativa di doni e di oggetti d'oro, di arredi sacri,
di ex voto, ecc.
Quindici anni dopo, Don
Giovanni Cesari promuoveva un pubblico e solenne pellegrinaggio, aperto
il 24 aprile 1898 e chiuso il 2 ottobre dello stesso anno. Dopo un corso
di Missioni predicate da valenti PP. Passionisti, fu un ininterrotto
accorrere di Confraternite, di parrocchiani, di popolo devoto da paesi
vicini e lontani, in una mirabile concordia di anime e di cuori, tutti
desiderosi di onorare il SS. Crocifisso durante questo periodo di grazie
e di celesti favori.
Nei quattro mesi dell'apertura
del Pellegrinaggio le compatte rappresentanze di una ventina di parrocchie
giunsero in forma ufficiale, guidate dai rispettivi Parroci, e si calcola
che trentamila persone visitarono il Santuario. La imponentissima processione
del 21 agosto aveva richiamata una folla straordinaria e devota.
Nel 1904 S. E. Mons. Cucchi
concedeva l'autorizzazione di tenere il SS.mo Sacramento nell'altare
del Crocifisso, in un artistico ciborio offerto dalla contessa Maria
di Montevecchio. L'anno successivo si organizzavano nuovi e solenni
festeggiamenti che culminarono nelle gaudiose giornate del 3 e 4 maggio,
con intervento di Mons. Vescovo Diocesano, di S. E. il Card. Giulio
Boschi, Arcivescovo di Ferrara, di molti Parroci, di Confraternite e
di immenso popolo. Anche in questa occasione si volle che il miracoloso
Crocifisso attraversasse le vie del paese, rivestite a festa.
Una simile processione
si ripetè ancora nel 1916, per impetrare da Dio il dono sospirato della
pace tra i popoli.
Crocifisso ligneo cinquecentesco |
Immagine del Santissimo
Crocefisso venerato nella chiesa Parrocchiale di Monte Porzio (22
marzo 1897)
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