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S.Michele ArcangeloGià nei primi inventari della Chiesa di S. Michele Arcangelo, redatti nel sec. XVIII, si lamenta la mancanza di qualsiasi notizia relativa alla fondazione delledificio religioso; il documento più antico allora recuperato riguardava infatti listituzione, in data 21 giugno 1582, della Confraternita del SS. Sacramento presso Ialtare del Crocifisso nella Chiesa di San Michele. Ai fini della nostra ricerca risulta preziosa lattenta lettura dellinventario del 1715: nel documento si descrive la Chiesa sprovvista, rispetto allattuale, della navata di destra dove si apriva un sola e isolata cappella; se vi si aggiunge il fatto che fino al 1888 il campanile era ubicato a destra di chi entra nel Tempio, si può concludere che in origine lasse principale della Chiesa era rivolto esattamente nella direzione opposta rispetto a quella odierna; quindi ledificio, di cui la cappella suddetta doveva costituire la parte absidale, risultava giustamente orientato verso lantico borgo di Monte Porzio e non, come oggi appare, di spalle rispetto al centro abitato. Fu in seguito che la Chiesa, con il continuo aumento del numero dei fedeli, dovette subire di verse e incoerenti ampliazioni cosi da assumere la planimetria asimmetrica descritta nelle fonti settecentesche. A questa si rimedio solamente nel 1896 con la costruzione di due nuove cappelle affiancate, sulla destra, a quella dorigine. Tre anni dopo, infine, unulteriore sistemazione restituì la costruzione nellassetto attuale. Gli inventari antichi annotano la presenza nel tempio di numerose opere darte, la maggior parte delle quali oggi sono perdute; degni dattenzione rimangono: un Crocifisso ligneo cinquecentesco, particolarmente caro alla devozione dei fedeli locali; la bella tela allaltar maggiore con raffigurato San Michele
Arcangelo, validissima composizione conformealla cultura figurativa
marchigiana del sec. XVI partecipe di suggestioni classiciste e raffaellesche;
due interessanti paliotti cinquecenteschi realizzati dai famosi scalpellini
di S. Ippolito in pietra, in origine dipinta; gli altari sono modellati
da raffinate testine dangeli in rilievo ed elaborati motivi vegetali.
Con la risistemazione della facciata della Chiesa, dopo il terremoto del
1930, fu aperta al di sopra dellingresso principale una nicchia
dove si collocò una statua della Vergine e il Bambino; questa,
ancora in loco, si trovava in precedenza allinterno delledificio
religioso nella cappella intitolata alla Madonna della Misericordia; fatto
venire da Venezia nel 1708 il gruppo scultoreo costituisce un bellesempio
del classicismo tardo barocco: di evidente derivazione accademica nella
calibrata posizione della figura della Vergine e nella trattazione del
drappeggio, non manca di grazia e spigliatezza soprattutto nella resa
della figura del Bambino. Testo tratto da: "Senigallia e la sua Diocesi STORIA
- FEDE - ARTE" - Mons. Angelo Mencucci - Editrice Fortuna 1994 |
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