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CATALOGO DEI CASTELLI DEI TERRITORI DI MONDOLFO E MONTE PORZIO
ATTESTATI ANTERIORMENTE AL SEC. XIII

Indice

CASTRUM BERARDI

CASTRUM (CASTELLUM) DE MARE

CASTRUM GIRARDI

CASTRUM MARCHI

MONTE CERREGNO

SANCTI PETRI IN BULGARI

Abbreviazioni


CASTRUM BERARDI ante 1149

Territorio di Senigallia. Insediamento abbandonato, da ubicarsi in comune di Monte Porzio (PS) in località "C. Monte S. Martino", 192 s.l.m. (IGM, f. 110, III S.O.).

Castello sorto entro una Bulgaria sulla riva sinistra del Cesano per iniziativa di un gruppo familiare al cui interno era frequente l'antroponimo Berardo. La prima testimonianza è del 1149, quando Panfilia di Alberico di Atto, col consenso di suo marito Martino, dona all'abbazia di S. Lorenzo in Campo vari beni beni siti in castelli appartenenti alla Bulgaria, fra cui quelli in curte Castri Berardi et in Ronculis; nello stesso giorno Panfilia riottiene gli stessi beni in enfiteusi (BAVa, Arch. Barberini, cred. III, cas. 38, mazzo XXVII, n. 178). E' testimoniata l'esistenza di una strada che, senza scendere nel fondovalle, collegava Castel Berardo con CASTRUM GIRARDI (v.), altro castello della Bulgaria (Brondolo, II, n. 218, a. 1183).

Nel sec. XIII risulta tra i proprietari del castello il monastero di S. Gervasio di Bulgaria, che nel 1237 ne rinnova l'enfiteusi della quarta parte a un ramo dei figli di Offo, da cui prende nome MONDOLFO (v.) (AS Pesaro, S. Gaudenzio, 1, pp. 88-89): notevole che in questa rinnovazione siano compresi totum ca(m)pum positum in monte Ugolini Berardi in curte Castri Berardi ... totam silvam quam habuit Ugolinus Berardi in curte Castri Berardi et in Plagolino, oltre alla quartam partem Castri Berardi cum duobus ortis de foris ante portam e ad altre terre. Forse gli Offonidi ed i Berardi avevano un' origine comune. Il proprietario dell'altra metà era l'eremo di Fonte Avellana, che nel 1253 ne riceveva il canone da Giacomo di Fogliano (C.F.A., 4, n. 725). Questa metà viene nel 1290 rinnovata a Guiduccio di Giovanni di Serrungarina, mentre l'altra metà spettava all'abbazia di S. Gaudenzio di Senigallia, alla quale S. Gervasio si era unito, e concerne medietatem totius curtis, districtus et omnem pertinentiam eiusdem castri sive castellaris ac etiam iurisdictionem spectantis et pertinentis ad castrum sive castellare predictum (Collegio germanico Roma, Fonte Avell., n. 770; CFA, 6, n. 1306).

L'iniziativa signorile di questo castello sembra testimoniata dallo stesso toponimo. E' indubbio però anche un forte legame della signoria laica con il monastero di S. Gervasio, mentre Fonte Avellana potrebbe essere entrata in possesso di quote parti per effetto di donazioni di cui si sono perse le tracce. L'uso del termine castellare nel 1290 sembra indicare che l'insediamento era forse in via di abbandono.

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CASTRUM (CASTELLUM) DE MARE ante 1126

Territorio di Senigallia. Insediamento abbandonato, ubicato presso la località "Santa Irene" in comune di Mondolfo (PS), 72 s.l.m. (IGM, f. 110, III N.E.).

Castello facente parte del sistema difensivo della Bulgaria del basso Cesano. La più antica testimonianza è la donazione di Giovanni di Baroncello e di sua moglie Froga a Fonte Avellana del 1126: insuper donamus unam domum in la Penna de castro de mare (C.F.A., 1, n. 158). Nella donazione di Panfilia di Alberico di Atto a S. Lorenzo in Campo sono comprese terre quas habeo in fundo Castelli di Mare, in castello et in curte eius; alla sua morte la donatrice lascerà unam casam in Castello di Mare cum una familia hominum, cuius case longitudo per filum erit de viginti pedibus et per frontem de quindecim (si tratta probabilmente di una capanna corrispondente ad un podere coltivato da una famiglia di servi casati) ... et unum de campis meis de Castro de Mare. Nello stesso giorno Panfilia riottiene in enfiteusi tutti i beni donati (BAVa, Arch. Barberini, cred. III, cas. 38, mazzo XXVII, n. 178, a. 1149). Altro proprietario in Casteldimare è Pietro di Guiduccio di Guido che, insieme con sua moglie Guililmarca, dona nel 1152 questi suoi beni a Fonte Avellana (C.F.A., 2, n. 232). Un'ultima donazione riguarda i pascoli posti in comitatu Senogalie in curte Castri Marchi vel Castelli a mare: essa viene disposta da Rainuccio di Ugo Guerra nel 1224 (C.F.A., 3, n. 470). Nel sec. XIII il centro viene designato sempre con il termine castellum e, dopo il 1224, non si fa più riferimento alla sua curtis o curia.

Dopo la perdita dell'originaria funzione militare, propria del periodo altomedievale, di controllo di un tratto di mare e di costa, Casteldimare si trasformò in azienda agricola di tipo curtense (la domus padronale e la casa cum una familia hominum ne sarebbero due degli elementi caratterizzanti), azienda già in via di frazionamento agli inizi del sec. XII. Il sec. XIII segna il declino del centro a fronte dell'emergere del vicino CASTRUM MARCHI (v.) nel sito stesso di Mondolfo.

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CASTRUM GIRARDI ante 1126

Territorio di Senigallia. Insediamento abbandonato, da porsi in località "Puzziloco" del comune di Monte Porzio (PS), 205 s.l.m., a O del capoluogo (IGM, f. 110, III N.E.).

Centro della Bulgaria cesanense, esso viene per la prima volta menzionato nella donazione dei coniugi Giovanni di Baroncello e Froga a Fonte Avellana del 1126: de castro Boni Girardi medietatem q(ui) vocatur Monte Cerrengno et quicquid nobis pertinet in fundo Ionacile et ca(n)pum do(n)nicatum qui reiacet subtus s(upradict)o castrum ... quicquic nostre proprietatis invenire potueritis in curte de s(upradict)o castro (C.F.A., 1, n. 158). La quota parte dell'eremo avellanita viene confermata dal privilegio di Innocenzo II, nel passo in cui accenna alla curtem Boni Girardi cum pertinenciis suis (C.F.A., 1, n. 190, a. 1139): il termine usato in questo documento, come anche il campo dominicato menzionato nell'altro del 1126, farebbero pensare ad una azienda agricola dotata di riserva castrense. Altro proprietario è Pietro di Guiduccio di Guido il quale, con sua moglie Guililmarca, dona ugualmente all'eremo beni in Castello Girardo et in curte eius (C.F.A., 2, n. 232, a. 1152 o 1151). Castel Girardo era il castello più importante dell'attuale territorio di Monte Porzio e controllava la rete viaria locale: una strada lo collegava a CASTRUM BERARDI (v.) (Brondolo, II, n. 218, a. 1183), un'altra partiva dai suoi pressi attraversando poi il Cesano e giungendo, lungo il crinale collinare alla destra del fiume, a Senigallia (Brondolo, II, n. 219, a. 1183; C.F.A., 2, n. 343, a. 1194); grazie all'avamposto di MONTE CERREGNO (v.) si riusciva a controllare anche il passaggio lungo la via Flaminea, ossia la strada di fondovalle corrispondente alla s.s. 424 Cesanense. Nel 1223 Fonte Avellana rinnova a Giacomo di Castel Girardo e a suo figlio Girardo la concessione di metà dello stesso castello cum medietate curte, in cambio del diritto di pascolo in tota curia Castri Girardi et in Sancto Martino (C.F.A., 3, n. 469).

La donazione di Giovanni di Baroncello è fondamentale per capire i tempi e i modi dell'espansione di Fonte Avellana nella bassa valle del Cesano: probabilmente a quest'atto seguì la restituzione in enfiteusi di metà del castello agli stessi donatori, i cui discendenti dovrebbero essere Giacomo e suo figlio, il quale porta il nome significativo di Girardo. L'interesse primario dell'eremo non era qui il dominatus loci, bensì l'uso dei pascoli per le sue mandrie e greggi transumanti mediante accordi con i signori locali. Il decadere di Castel Girardo resta al momento inspiegabile, in quanto il centro di Monte Porzio, più vicino comunque al fondovalle, acquisterà rilievo solo nel tardo medioevo (sec. XV).

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CASTRUM MARCHI ante 1152

Territorio di Senigallia. Corrisponde a Mondolfo (PS), 144 s.l.m. Il toponimo Mons Offi è già attestato nel 1141 (AS Venezia, Atti dipl. e privati, b. 1, n. 28), ma il cambiamento di denominazione del castello avvenne solo alla fine del sec. XIII, in presumibile concomitanza con l'edificazione di una seconda cerchia.

Anche questo centro della Bulgaria cesanense è attestato nella donazione dei coniugi Pietro di Guiduccio di Guido e Guililmarca del 1152: tra i beni donati a Fonte Avellana sono genericamente menzionati anche quelli in Castello de Marco et in curte eius (C.F.A., 2, n. 232). Una carta d'enfiteusi del monastero di S. Stefano in Padule di Fano riguarda unum canpum maiorem qui est posito in fundo Ronco Mauro ter(ritorio) Senogall(ie), a cuius rei l(atere) primo est via publica que pergit da Castro Marci meriente in mare (ACap Fano, Istrumenti in pergamena, t. I, n. 8, a. 1163): ciò testimonia l'importanza viaria di Castel Marco. Nel 1178 l'abbazia fanese di S. Paterniano sembra avere acquisito alcune quote, che non possedeva ancora nel 1156, della signoria del castello, ovvero Castrum Marcii et partem eiusdem castri cum curte sua et totum quod habetis in curte Castri Marcii (ASVa, Reg. Vat., 300, ff. 169v-170v). Una carta d'enfiteusi del monastero di S. Gervasio di Bulgaria, sito nel territorio di Mondolfo, è rogata nel 1194 ap(ud) Castrum Marci in comitatu Senogall(ie) (C.F.A., 2, n. 343). Nel 1224 Rainuccio di Ugo Guerra di Castel Marco dona a Fonte Avellana tutti i pascoli di sua pertinenza situati in comitatu Senogalie in curte Castri Marchi vel Castelli a mare (C.F.A., 3, n. 470); successivamente lo stesso Rainuccio rinuncia a favore del suddetto eremo ad alcune sue proprietà, alcune delle quali detenute pro indiviso con alcuni suoi probabili consanguinei (C.F.A., 4, n. 687, a. 1250). Nel 1279 il comune di Castel Marco pagava il fitto annuale alla camera apostolica (ASVa, Intr. et ex., 1, f. 2v), mentre nel 1283 il castrum Montis Offi è tra quelli che versano il salario a un proprio podestà e che, pur inseriti nella diocesi di Senigallia, sono autonomi rispetto alla città e all'episcopato (ASVa, A.A. Arm. C, 156: per quanto riguarda l'espressione castrum Montis Offi si tenga presente che la copia è della metà del sec. XIV).

Chiese: Ples de Castro Marchi (R.D., nn. 1162, 1255, a. 1290); S. Giustina de Monteoffo de plebanatu Castri Marci (R.D., nn. 1163, 1256, 1355, 1439, 1504, 1560, 1617, aa. 1290-92 e 1299); S. Michele de dicto castro (R.D., nn. 1164, 1257, 1356, 1440, 1505, 1561, aa. 1290-92).

Rainuccio di Ugo Guerra è uno dei tanti membri di un consorzio gentilizio che si richiama ad un antenato comune, Offo, e che stringe legami con vari monasteri, in particolare con S. Gervasio di Bulgaria. La loro presenza spiega sia il cambiamento di nome del castrum, sia la presenza di chiese fanesi nel territorio, in quanto alcuni rami del gruppo parentale si inurbarono a Fano. Il distretto di Castel Marco aveva inglobato ben prima del 1224 CASTRUM DE MARE (v.), la cui curtis va intesa quale organismo economico.

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MONTE CERREGNO (de), castrum ante 1150 ca.

Territorio di Senigallia. Insediamento abbandonato, localizzabile in comune di Monte Porzio (PS) presso la località "il Moraccio", 114 s.l.m., alla sinistra del Cesano.

Il luogo viene associato a CASTRUM GIRARDI (v.) nella donazione dei coniugi Giovanni di Baroncello e Froga del 1126 a Fonte Avellana, in quanto essi trasmettono de castro Boni Girardi medietatem q(ui) vocatur Monte Cerrengno (C.F.A, 1, n. 158): sembrerebbe dunque che Monte Cerregno fosse una porzione territoriale della corte di Castel Girardo. Solo in un regesto di documento non datato (ma della metà del sec. XII) si parla di castrum specifico: Giacomo di Bonfiglio concede a Garo (?) priore di S. Michele unum palmentum case intro castro de Monte Ceringno (AS Pesaro, S. Gaudenzio, p. 3). In seguito Monte Cerregno viene ricondotto alla qualifica di semplice locus: in comit(atu) Senegalie, curte Montis Porci, in loco q.d. Mons Cerrengnus ... i(n) pede Cerrengni ... via de Monte Cerrengno que consuevit ire ad Castrum Girardi (AS Pesaro, S. Gaudenzio, p. 85, a. 1236).

Dovrebbe trattarsi di un avamposto di Castel Girardo, il centro principale dell'attuale territorio di Monte Porzio nei secc. XII e XIII e più arroccato rispetto alla strada di fondovalle che risaliva il Cesano. Infatti Monte Cerregno era a brevissima distanza da questa strada (attuale s.s. 424) e poteva facilmente prestarsi alla funzione di controllo della stessa. Il suo abbandono va messo in relazione con la destrutturazione di un sistema difensivo di origine altomedievale (la Bulgaria del basso Cesano) e con l'emergere di Monte Porzio.

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SANCTI PETRI IN BULGARIA, cella cum castello ante 1001

Territorio di Senigallia. Insediamento scomparso e di incerta ubicazione, comunque entro l'attuale territorio di Monte Porzio (PS), alla sinistra del Cesano.

Ottone I aveva nel 1001 annoverato fra i beni di S. Lorenzo in Campo esistenti in circuitu ipsius monasterii la cella Sancti Petri in Bulgaria cum castello suo et curte de Crucrille tota in int(egrum) (M.G.H., Dipl., II/2, n. 392; Pierucci, Un eremo mai esistito, pp. 343-345). Il privilegio di Pasquale II del 1112 per la stessa abbazia qualifica il luogo come curtem Sancti Petri in Bulgaria (AS Firenze, Urbino, cl. III, filza II, ff. 21r-23v; Vernarecci, Del comune di Sant'Ippolito, App., n. I), e la medesima espressione viene ribadita nelle successive conferme di Anastasio IV del 1153 e di Urbano III del 1187 (AS Firenze, Urbino, cl. III, filza II, ff. 25r-27v; cl. I, div. D, filza XXXVI, ff. 539r-541r; Vernarecci, op. cit., App., nn. II e III). Ancor più generica è al proposito una carta d'enfiteusi di S. Lorenzo in Campo del 1120, con la quale l'abate Mainardo concede due moggi di terra e selva in commitatu Senogaliæ in fundo Sancti Petri in Bulgarorum (AS Firenze, cl. III, filza II, f. 35r-v).

Il nucleo sorgeva all'interno della Bulgaria del basso Cesano e lungo un allineamento intervallivo di castella tra Cesano e Metauro, ossia in collegamento con CAVALLARIA (v.) e GAIO (v.). In S. Pietro vi è comunque una sovrapposizione di cella (chiesa, piccolo monastero) e di curtis: perciò si tratta di una tipologia ibrida di ecclesia cum castello-curtis cum castello.

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A cura di Roberto Bernacchia (Monte Offo - Associazione per la promozione della cultura Mondolfo (PS))

 


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