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Castello Estense

Ferrara capoluogo di provincia dell'Emilia Romagna, è situata nella bassa Pianura Padana poco a sud del Po ed è lambita dal canalizzato Po di Volano, fra terre di bonifica "vecchie" e "nuove".

Il suo primo nucleo fu fondato dagli esarchi ravennati nel VII secolo, sulla sinistra dell'antico corso del Po; nell'VIII secolo ricevette il nome attuale ed entrò a far parte del patrimonio della Chiesa , quindi verso l'anno Mille si rafforzò sotto i feudatari marchesi di Canossa e divenne un centro di traffici fluviali, fino alla deviazione del fiume per lo straripamento del 1152. In questo periodo si diede ordinamenti comunali ed edificò la magnifica cattedrale romanico-gotica (XII-XIII secolo, con vari interventi successivi). In seguito, i conflitti di parte e di potere economico sfociarono nella signoria degli Estensi (1259), che nel Trecento si consolidò.

Iniziarono così i secoli splendidi sotto l'aspetto artistico e culturale: nel 1385 Niccolò II eresse il grandioso castello circondato dalle acque (terminato nel Cinquecento), e l'anno successivo iniziò la "prima addizione" urbanistica, ampliamento verso nord-est della città medievale (ancora riconoscibile nel settore allungato, a reticolo vario irregolare, percorso dalla suggestiva via delle Volte), che raggiunse l'odierno corso della Giovecca e ospitò l'Università (1391). La "seconda addizione" del 1451, dovuta a Borso (che nel 1452 diventò duca), fu creata verso sud, fino al monastero di Sant'Antonio in Polesine, già su un'isola del Po. Infine, la "terza addizione", detta "erculea", fu commissionata nel 1492 da Ercole I all'architetto ferrarese Biagio Rossetti, che, con il primo piano regolatore d'Europa, raddoppiò l'area urbana ideando una luminosa "città del Rinascimento" a larghe vie e aree verdi, circondata, insieme all'abitato preesistente, da una nuova cerchia di mura bastionate, in gran parte conservata.

Nella prima addizione sorge il palazzo Schifanoia (fine XIV-XV secolo), una delle "delizie" degli Estensi, oggi sede del Museo civico, con la celebre Sala dei Mesi (seconda metà del XV secolo), il cui progetto decorativo è attribuito a Cosmè Tura, uno dei molti artisti accolti a corte (fra gli altri, il Rossetti, Leon Battista Alberti, Piero della Francesca, Ludovico Ariosto e, più tardi, il musicista ferrarese Girolamo Frescobaldi). Nella seconda, il palazzo di Ludovico il Moro ospita il Museo archeologico nazionale, con notevoli ceramiche provenienti dalla necropoli etrusca di Spina. Nella terza, sul famoso quadrivio centrale, formato dai corsi Ercole I, Rossetti e Porta Mare, prospetta il Palazzo dei Diamanti, così detto per il suo bugnato, opera del Rossetti (fine XV-XVI secolo), ove è ospitata la Pinacoteca Nazionale, ricca fra l'altro di opere di pittori ferraresi quali Cosmè Tura, Dosso Dossi, Ercole de' Roberti. Non lontano sorgono i Civici musei d'arte moderna, che espongono, in varie sezioni, dipinti di artisti ferraresi dei secoli XIX-XX, quali Giovanni Boldini e Filippo de Pisis. Da citare inoltre il Museo del Duomo, con sculture di Jacopo della Quercia e, nella seconda addizione, la palazzina di Marfisa, cinquecentesca. Nel 1598 Ferrara, stremata da calamità e da gravi difficoltà economiche, fu ceduta dall'ultimo duca alla sovranità della Chiesa, e il declino ormai iniziato continuò per secoli; ma l'attività culturale rimase sempre notevole, e ha sostenuto la città anche nel suo sforzo recente di ripresa.