Gaetano Torri nelle sue “Memoriesu Mondolfo, giudica invidiabile il sito di Monte Porzio e Castelvecchio:”Posti distanti fra loro, un quarto di miglio, come spirante un’aria soave, e adorni all’intorno d’altre vaghe collinette, leggiadre Pianure, e soggiacente vista sul fiume Cesano”.  E veramente non si può desiderare una migliore posizione geografica per il clima salubre, per i campi fertili e per le colline aperte tra il mare vicino ed i monti non molto lontani.

È indubbio che il nome Castelvecchio derivi dalla sua vecchia Rocca o Castello, più volte, nei secoli, restaurata o trasformata.

Sempre il Torri così descrive Castelvecchio di quei tempi:”Giace questo Castello tre piane sì, ma lunghe miglia lontano da Mondolfo, e del suo nome si fa credere antichissimo e si crede fosse assai maggiore prima, che fosse devastato dalle guerre: ora è ridotto a forma di borgo, spogliato di mura, composto dad poche case, con una piccola abitazione ad uso del Vicario e Chiesa Parrocchiale, sotto la diocesi di Senigallia. La comunità e composta di contadini, poverissima, che in tal quale urgenza conviene vada questuando alle case, un volontario sussidio, godendo solamente due deboilissimi proventi del macello e del forno, in somma di pochi Pavoli”.

 Il borgo era costituito da povere case, piccole vie strette, dette “cantoni” e vi fiorì, per molti anni, l’artigiananto dei “Cordai e canapini” che filavano la canapa per ricavarne delle funi.

Sotto il ducato di Francesco Maria II della Rovere, Castelvecchio venne “appodiato” a Mondolfo, dipendendovi sia in campo amministrativo che giudiziario. La lontananza da Mondolfo creava non pochi disagi tanto da costringere i castelvecchiesi a ribellarsi e, pur nell’autonomia, di unirsi a Monte Porzio.

Infatti, dai documenti di due distinti consigli comunali di Mondolfo si legge che, il Podestà, Giudice anche di Castelvecchio, prendeva atto che i cittadini di tale borgo “…. Non volevano più star soggetti, come lo devono, al Tribunale di Mondolfo ,,,,”. Anzi questi fu costretto a percorrere lunghe miglia per recarsi a Castelvecchio “…. per le cause, invece di venire essi (i castelvecchiesi n.d.r.), come consuetudine a Mondolfo …”.

L’annessione di Castelvecchio a Monte Porzio fu possibile solo nel 1808, quando le Marche furono incluse nel Regno Italico di Napoleone Bonaparte. Tornato il Governo Pontificio di Papa Pio VII, col riparto territoriale del 6 Luglio 1816, si stabilisce che Castelvecchio e Monte Porzio divengano “appodiati” nuovamente a Mondolfo.

Ma nei documenti riguardanti i consigli comunali di Mondolfo del 1818, non troviamo più menzionato Monte Porzio, mentre sono citate le pratiche riguardanti la ristrutturazione della chiesa Parrocchiale di Castelvecchio.

Finalmente, quella che era l’aspirazione di Castelvecchio all’autonomia, venne accolta con il nuovo riparto territorriale del 27 Dicembre 1827 (motu proprio pontificio); l’autonomia terminerà con la caduta del dominio temporale della Chiesa. Dopo l’unità d’Italia, nel 1866, con il riordino dei comuni, Castelvecchio verrà definitivamente annesso al municipio di Monte Porzio.

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